Gli atomi non hanno colore

_libro secondo/730-841

730 Fai attenzione adesso alle parole
per te cercate con dolce fatica,
affinché tu non creda che le cose
che si mostrano candide ai tuoi occhi
prendano il bianco dai loro principi
e da principi neri invece nascano
quelle che appaiono scure. E non credere
736 che le altre cose tinte in qualche modo
ricevano il colore dai principi
di cui la loro materia è composta.
Gli atomi sono incolori: né uguali,
in questo, né diversi dalle cose.
Se ritieni che l’animo non possa
740 slanciarsi fino agli atomi ti sbagli
grandemente. Se infatti i ciechi nati,
che mai la luce del sole hanno scorto,
riescono al tatto a conoscere corpi
che mai hanno associato ad un colore,
è possibile certo che la nostra
745 mente giunga ad avere una nozione
di corpi privi di colore. In fondo
noi stessi siamo in grado, quando è buio,
di riconoscere al tatto le cose
pur senza percepire alcun colore.
Dopo averti provato che è possibile
ora ti insegnerò come ciò accada. (1)
Ogni colore si muta in ogni altro,
750 cosa che mai può succedere agli atomi.
È infatti necessario che permanga
qualcosa d’immutabile, altrimenti
tutto verrà ricacciato nel nulla.
E certo tutto ciò che si trasforma
ed esce dai suoi limiti all’istante
muore nella sua forma precedente.
755 Guardati dunque dal contaminare
con i colori i semi primordiali
o tutto ti ritornerà nel nulla.
Se per natura gli atomi non hanno
colore alcuno ma diverse forme
grazie alle quali creano i colori
760 e li variano, ed ha grande importanza
quali semi si uniscano e con quale
disposizione e in che modo tra loro
muovano e siano mossi, sarà facile
spiegarti come possano dei corpi
765 neri all’improvviso farsi candidi
come il marmo; così succede al mare
quando venti potenti lo sconvolgono
e la sua superficie si trasforma
in bianchi flutti di marmo candente.
Potrai infatti dire: quel che spesso
ci appare nero, se la sua materia
770 viene rimescolata e cambia l’ordine
degli atomi, e qualcosa viene aggiunto
o tolto subito accade che appaia
bianco e splendente. Ma se invece le acque
del mare risultassero da semi
azzurri non potrebbero imbiancarsi
in nessun modo: comunque rimescoli
775 degli elementi azzurri mai avranno
il candore del marmo. Se poi fossero
alcuni d’un colore, altri di un altro
i semi che compongono il nitore
del mare, così limpido e uniforme,
come spesso da forme differenti
viene fuori un quadrato ben compatto,
780 allora converrebbe, come accade
in un tale quadrato, in cui scorgiamo
le diverse figure che lo formano,
distinguere nel mare o in qualche altra
cosa dotata d’un nitore limpido
e uniforme colori differenti.
Non soltanto. Nel caso del quadrato
le varietà dei pezzi che lo formano
785 non impedisce che all’esterno appaia
quadrato; non così la varietà
dei colori, che invece non consente
che l’insieme abbia un unico colore.
La tentazione che a volte ci prende
di attribuire agli atomi un colore
790 cade, del resto, se le cose bianche
e nere non derivano da atomi
bianchi e neri ma sorgono da un misto
di atomi di colori differenti.
Molto più facile è infatti che quanto
è bianco sorga da nessun colore
piuttosto che dal nero o da qualche altro
colore ad esso opposto e contrastante.
795 Oltre a ciò, dal momento che i colori
non esistono senza luce, e gli atomi
invece non appaiono alla luce
non possiamo pensarli che incolori.
Quale colore mai potrebbe esserci
nel buio cieco? E lo stesso colore
800 del resto cambia aspetto se a colpirlo
è una luce diretta oppure obliqua.
Così succede nel sole alle piume
che circondano il collo dei colombi:
splendono a volte quasi come rosso
piròpo, (2) ma talvolta si presenta
805 una speciale sensazione: (3) insieme
mescolati il corallo e lo smeraldo.
Ugualmente la coda del pavone
mostra colori vari quando ruota
in piena luce. E poiché è l'incidenza
della luce a far sorgere il colore
è legittimo credere che senza
la luce non si dia colore alcuno.
810 Quando diciamo di vedere il bianco
o il nero o qualsivoglia altro colore
il nostro occhio riceve certi colpi.
Non importa che ciò che percepiamo
abbia un colore proprio; quel che conta
815 è la figura che possiede. È chiaro
dunque che non occorre che i principi
abbiano un loro colore: producono
con forme varie varie sensazioni.
Poiché inoltre non c’è corrispondenza
tra la natura d’un certo colore
ed una certa figura degli atomi
e ogni conformazione dei principi
può ritrovarsi in qualsiasi colore
820 come mai non accade che ugualmente
ciò che essi formano, specie per specie,
abbia in sé ogni specie di colore?
E dovrebbero, certo, spesso i corvi
mostrare in volo il bianco delle piume
e da atomi neri venir fuori
825 cigni neri, o di qualche altro colore
che sia unico o vario. E in verità
quanto più una cosa è sminuzzata
tanto più puoi vedere che il colore
svanisce poco a poco e poi s’estingue;
così accade se prendi della stoffa
colorata con l’ostro e la riduci
830 in parti piccolissime: la porpora
il cui splendore vince ogni colore
si disperde del tutto, mano a mano
che si sfilaccia la trama. E da questo
comprendi che le particelle perdono
tutto il colore prima di ridursi
agli elementi primi. Riconosci
infine che non tutti i corpi emettono
835 un suono ed un odore; non a tutti
attribuirai pertanto suono e odore.
Poiché non siamo in grado di discernere
ogni cosa con gli occhi esiste, è chiaro,
qualcuna senza colore, qualche altra
priva di odore o che non mandi suono
840 e tuttavia una mente perspicace
può conoscerle, proprio come coglie
cose prive di altre qualità.

(1) Dopo il verso 748 molti editori (Munro, Giussani, Ernout, Bailey, Deufert) segnalano una lacuna; alcuni segnalano una seconda lacuna dopo il verso 749, che altri risolvono leggendo in omnis invece di et omnis. Il verso 748 è variamente tradotto: “Or, perch’io già convinco / Che ciò succede, io vo’ mostrarlo adesso” (Marchetti); “Or, dacch’è un fatto che cotesto avviene, / Insegnerò…” (Rapisardi); “Ho provato che questo può darsi: ora insegnerò che è così” (Fellin); “Poiché ho affermato che ciò accade, ora insegnerò come si verifichi” (Canali).
(2)
Minerale di colore rosso sangue.
(3)
quodam sensu. Annota Giussani: “per una certa maniera di sentire; per una particolare e strana sensazione” (p. 252).