Contro Empedocle

_libro primo/713-829

E poi vi sono quelli che raddoppiano
gli elementi primari, e al fuoco aggiungono
l'aria e la terra all'acqua, oppure credono
che tutto nasca da quattro elementi
ossia l'aria la terra il fuoco e l'acqua.
L'agrigentino Empedocle è il primo
tra questi, generato tra le rive
a forma di triangolo dell'isola
che lo Ionio circonda biancheggiando
nelle sue ampie insenature e un piccolo
canale in cui le onde si precipitano
separa dalle rive dell'Italia. 1 720
Qui è l'orrida Cariddi, qui il rumore
dell'Etna fa temere che di nuovo
raccolga l'ira del suo fuoco e vomiti
dalle sua fauci fiamme fino al cielo.
È se questa è una terra che ha la fama
d'avere meraviglie d'ogni genere,
cose che vanno viste, gran ricchezza
di beni e gente forte per difenderli,
non sembra tuttavia che abbia qualcosa
di più illustre più santo più mirabile 730
e caro di quest'uomo. Nei suoi versi
proclama e insegna cose così splendide
che sembra quasi un essere divino.
E tuttavia sia lui che gli altri sopra
nominati, a lui molto inferiori
per molti aspetti e ben meno importanti,
pur avendo scoperto molte cose
quasi divinamente e benché dessero
dal profondo dell'animo responsi
più venerabili e certi di quelli
della Pizia che parla dal tripode
e dal lauro di Febo, tuttavia
sono inciampati nei primi principi 740
delle cose, cadendo malamente.
Ammettono che esista il movimento
e che vi siano cose molli o rade
come la terra, l'acqua, il fuoco, l'aria
gli animali e il frumento, ma negando
l'esistenza del vuoto non ritengono
che ciò accada perché nel loro corpo
è presente del vuoto. E questo è il primo
errore. L'altro è credere che i corpi
possano sezionarsi all'infinito
che si spezzino senza alcuna fine
e non si giunga mai a toccare un minimo.
Vediamo invece che v'e un punto estremo
delle cose, la parte più minuscola 750
che i nostri sensi riescono a cogliere;
da questo si deduce l'esistenza
d'un minimo ulteriore, non visibile.
Pongono poi quali principi primi
cose molli, che nascono e il cui corpo
è soggetto alla morte. Ma se fosse
così dovrebbe l'universo intero
tornare al nulla e poi dal nulla ancora
tutto rinascerebbe e fiorirebbe:
ma già sappiamo quanto ciò sia falso.
Quegli elementi poi sono nemici
tra loro in molti modi, sì che l'uno
è veleno per l'altro: il loro incontro
li farebbe morire o schizzerebbero 760
ovunque come, quando c'è tempesta,
vediamo fare ai fulmini, alla pioggia
e al vento. Infine se il mondo si genera
da questi quattro elementi e poi torna
a dissolversi in essi, più che dire
ch'essi sono i principi delle cose
non dovremmo al contrario ritenere
che nascano piuttosto dalle cose?
Tali elementi infatti si producono
gli uni dagli altri, mutano colore
e l'intera natura, e ciò dà sempre.
Se poi credi che i corpi della terra 770
e del fuoco s'uniscano ai soffi
dell'aria e all'acqua gocciolante senza
che ciò ne cambi in nulla la natura
sappi che così niente potrà nascere,
che sia senziente o inanimato come
un albero, poiché ciascuna cosa
pur nella massa mostrerebbe intatta
la sua natura e si vedrebbe l'aria
mista alla terra e il fuoco resterebbe
uguale pur essendo unito all'acqua.
Occorre invece che i principi primi
generando le cose v'inseriscano
una certa natura non visibile
e segreta, affinché nulla prevalga 780
e s'imponga impedendo che ogni cosa
creata possa avere la sua forma.
Essi vanno a ritroso fino al cielo
e ai suoi fuochi. All'inizio il fuoco, immaginano,
diventa aria, poi dall'aria nasce
l'acqua e dall'acqua la terra; a ritroso
ritorna poi dalla terra ogni cosa
all'origine: l'acqua, quindi l'aria
e il fuoco. E senza sosta si trasformano
tra di loro, si spostano dal cielo
alla terra e da qui di nuovo agli astri.
Non così devono essere i principi.
È infatti necessario che permanga  790
qualcosa l'immutabile, altrimenti
tutto verrà ricacciato nel nulla.
E certo tutto ciò che si trasforma
ed esce dai suoi limiti all'istante
muore nella sua forma precedente. 5
Gli elementi di cui ho appena detto
invece si trasformano; pertanto
devono derivare da altre cose
che nulla può cambiare, se non vuoi
che tutto il mondo finisca nel nulla.
Perché piuttosto non pensare a corpi
la cui natura consenta, ad esempio,
di comporre ora il fuoco ed ora l’aria, 800
aggiungendo o togliendo alcuni d'essi
o mutandone l'ordine ed il moto,
e spiegare così ogni cambiamento?
"Ma è chiaro", obietti, "che quanto è nell'aria
e nel vento proviene dalla terra,
e se al tempo opportuno non si sciolgono
le nuvole e non sferzano le piogge
gli arboscelli facendoli ondeggiare
e il sole poi non offre il suo calore
non crescono le messi né le piante
e gli animali." Ma certo. Ed aggiungo
che noi stessi, se non ci sostenessero,
cibi solidi e liquidi, ben presto
avremmo il corpo debole e la vita 810
svanirebbe dai nervi e dalle ossa.
Infatti senza dubbio ci sostengono
e alimentano cose ben precise
come altre cose servono ad altri esseri.
Accade perché gli atomi comuni
a diverse sostanze sono misti
nelle cose nei modi più diversi
per cui ogni vivente ha il suo alimento.
E molto spesso conta quali atomi
si associano ed in quale posizione
e quale moto imprimono e ricevono.
Gli stessi atomi infatti compongono
il cielo e il mare, le terre ed i fiumi 820
e il sole, e ancora le messi, gli arbusti
e ogni genere d'esseri viventi
ma mischiati fra loro in vari modi
e con diversi moti. Nei miei versi
trovi molte parole, ma le lettere
sono comuni; devi però ammettere
che tanto le parole quanto i versi
sono diversi per suono e per senso.
Ciò avviene grazie all'ordine diverso
che hanno le lettere. Ma ben più grande
è il potere dell'ordine degli atomi
da cui nascono cose così varie.

 


1 Qui seguo l'edizione Deufert. Altri manoscritti hanno Aeoliae.