La volontà libera
_libro secondo/217-293
Se sempre un moto si collega a un altro
e il nuovo nasce dal vecchio, seguendo
un ordine che nulla può cambiare,
se gli atomi non hanno alcuno scarto
che dia principio a nuovi movimenti
infrangendo le leggi del destino,
255 se causa segue a causa all’infinito,
da dove viene, chiedo, sulla terra
agli esseri viventi quella libera
volontà svincolata dal destino
grazie alla quale seguiamo il piacere
ovunque ci conduca, declinando
260 i nostri stessi moti, e non in tempi
e luoghi stabiliti, ma per spinta
autonoma dell’animo? In ognuno
la volontà è senza dubbio al principio
di tali azioni e da essa proviene
il moto che poi passa nelle membra.
Non vedi che i cavalli, quando al circo
si abbassano le sbarre all'improvviso,
non riescono a lanciarsi con la foga
265 che l’animo vorrebbe? Infatti prima
deve eccitarsi tutta la materia
sparsa nel corpo e attivare le membra
finché possono unite dare seguito
al desiderio dell'animo. Vedi
che nel cuore comincia il movimento
270 che per primo procede dal volere;
e da lì si trasmette a tutto il corpo.
Diverso è quando procediamo spinti,
costretti da una grande forza esterna;
in questo caso è evidente che tutta
la materia del corpo è trascinata
275 anche se non vogliamo, fino a quando
la volontà non riprende il controllo.
Non vedi, quando in una grande folla
siamo schiacciati e trascinati via,
che c’è qualcosa in noi, nel nostro petto,
280 che si oppone e si sforza di resistere?
Per nostro arbitrio pure a volte accade
che tutta la materia sia costretta
a piegarsi nelle articolazioni
del corpo, a trattenersi nel bel mezzo
di uno slancio e a raccogliersi all’indietro.
Per questo è necessario riconoscere
che anche nei semi, oltre al peso e agli urti,
285 vi sia un’altra causa, da cui venga
questo potere a noi connaturato;
sappiamo infatti che nulla proviene
dal nulla. Il peso impedisce che tutto
si compia grazie agli urti, per l’azione
per così dire di una forza esterna;
290 ma se l'animo stesso non è spinto
in tutto quel che fa da un’interiore
necessità, se non è sopraffatto,
per così dire, e costretto a patire,
ciò avviene grazie a quello scarto minimo
degli atomi, in un luogo e un tempo incerti.