Contro Eraclito

_libro primo/635-712

Pertanto chi sostiene che l'essenza
delle cose sia il fuoco e che di fuoco
soltanto sia composto l'universo
ha smarrito la via della ragione.
Eraclito fu il primo della schiera,
famoso per il suo linguaggio oscuro
più tra gli sciocchi, certo, che tra i greci
che seriamente ricercano il vero. 640
Si sa: gli sciocchi maggiormente ammirano
ed amano le cose ben nascoste
sotto parole che non hanno senso;
per loro è vero quello che ha un bel suono
ed accarezza per bene l'orecchio.
Ma un mondo così vario, chiedo, come
può derivare dal semplice fuoco?
Che il fuoco sia più forte o rarefatto
fa poca differenza se ogni parte
ha la stessa natura dell'insieme.
Quando è più forte avviene per l'afflusso 650
maggiore delle parti mentre è debole
se sono separate e si disperdono.
Credimi: ricorrendo a tali cause
quello che puoi spiegare è tutto qui;
certo la grande varietà del mondo
non puoi ridurla a un fuoco forte o debole.
Devono inoltre ammettere che il vuoto
si mescola alle cose, se le fiamme
sono più o meno dense o rarefatte.
Ma le Muse1, poiché vedono molte
cose in contrasto tra loro, non vogliono
ammettere che esista il puro vuoto
nelle cose: temendo quel che è arduo
smarriscono la via che porta al vero.
Né si accorgono poi che tolto il vuoto 660
dalle cose si addenserebbe tutto
in un unico corpo, non essendo
possibile quel rapido irradiarsi
proprio del fuoco, che riscalda e illumina
e da cui puoi dedurre che è formato
da parti che non sono condensate.
Se poi per caso credono che i fuochi
possano in altro modo, condensandosi,
estinguersi o mutare la sostanza,
è evidente, se ciò accadesse ovunque,
che l'ardore del fuoco svanirebbe
interamente nel nulla e dal nulla
tutto quel che è creato sorgerebbe.
E certo tutto ciò che si trasforma
ed esce dai suoi limiti all'istante
muore nella sua forma precedente. 670
È dunque necessario che qualcosa
di quel che forma i corpi resti intatto
altrimenti le cose finiranno
interamente nel nulla e di nuovo
dal nulla torneranno all'esistenza.
Ora, poiché vi sono dei corpuscoli
dalla forma ben stabile, che sempre
mantengono un'identica natura
e grazie al cui viavai, che cambia l'ordine,
si muta la natura delle cose
e si trasformano i corpi, s'intende
che non sono corpuscoli di fuoco.
E non farebbe alcuna differenza 680
il loro separarsi e allontanarsi
o il sopraggiungere d'altri o il mutare
disposizione, se avessero tutti
la natura del fuoco: in ogni modo
non darebbero vita che a del fuoco.
La verità, io credo, è un'altra: esistono
certi corpuscoli dal cui movimento,
ordine, aspetto e posizione nasce
il fuoco, sì che quando mutano ordine
si muta la natura, né assomigliano
al fuoco od altra cosa che sprizzando
tutt'intorno sia in grado di colpire
i sensi ed arrivare al nostro tatto.
Dire che la sostanza d'ogni cosa 690
è il fuoco e tranne il fuoco nulla è vero,
come fa ancora questo tale, è un pieno
delirio: contraddice infatti i sensi
da cui parte lui stesso e così scredita
il fondamento d'ogni conoscenza
e ciò che gli ha permesso l'esperienza
del fuoco di cui parla. Crede infatti
che i sensi siano in grado di conoscere
il fuoco ma non tutte le altre cose
che del fuoco non sono meno chiare,
e ciò mi sembra un delirio evidente.
A cos'altro dovremmo far ricorso?
Cosa meglio dei sensi può mostrarci 700
la differenza tra il vero ed il falso?
E perché poi affermare che esiste
soltanto il fuoco e non pensare invece
che esista tutto tranne il fuoco?
Simile tesi infatti non appare
più delirante dell'alta. Pertanto
quanti posero il fuoco quale essenza
delle cose e ritennero che il mondo
intero non consista che di fuoco
o pensarono invece che sia l'aria
il principio che genera le cose
o che l'acqua da sola possa dare
forma a tutto o che ancora sia la terra
a generare il mondo trasformandosi 710
in ogni altra natura sono, è chiaro,
lontani dalla via che porta al vero.

 


1 Qui non seguo l’edizione di Deufert, che ha: “sed quia multa sibi cernunt contraria, mussant” (v. 657).