Gli atomi sono privi di sensibilità

_libro secondo/865-991

865 Ora, quanto alle cose che vediamo
in qualche modo dotate di senso
dobbiamo riconoscere che constano 
tuttavia di principi non sensibili.
Questo non è sconfessato dai fatti
né vi si oppone l'esperienza; ed anzi
sono essi stessi a prenderci per mano
e ad indurci a credere che gli esseri
870 animati, così come sostengo,
nascono da principi non sensibili.
Dal letame schifoso puoi vedere
spuntare infatti vermi vivi, quando 
le grandi piogge rendono fangosa
la terra e questa genera marciume;
e ugualmente ogni cosa si trasforma.
875 Le foglie, i fiumi, l’erba rigogliosa
si mutano in bestiame ed il bestiame
si muta poi nel nostro corpo e questo
spesso accresce la forza della belve
e il corpo degli uccelli. La natura
muta dunque ogni cibo in corpo vivo
880 e genera da esso tutti i sensi
dei viventi, in un modo non diverso
da come esprime fiamme dalla legna
arida e muta ogni cosa nel fuoco.
Non vedi ormai l’importanza dell’ordine
con cui sono disposti gli elementi
885 primi e con quali altri mescolandosi
fanno nascere il moto o lo ricevono?
Cosa colpisce poi l’animo stesso,
cosa lo muove e lo spinge ad esprimere
i pensieri più vari ed a non credere
che l’insensibile possa dar vita
al sensibile? Certo pietra e legno
890 e terra mescolati non faranno
nascere il senso vitale. Al riguardo
è bene ricordare che non dico
che il senso nasce subito da quanto
genera tutte le cose sensibili 
bensì che molto conta, in primo luogo,
quanto piccoli siano gli elementi
895 che creano il sensibile, e la forma
che possiedono e infine come siano 
per movimento, posizione ed ordine.
Nulla di ciò percepiamo nel legno
e nelle zolle di terra, ma quando
l’acquazzone li fa quasi marcire 
danno pur vita a vermetti, perché 
la nuova condizione fa saltare
900 l’ordine precedente dei corpuscoli 
della materia e li dispone in modo
che ne devono nascere creature.
Quelli che credono poi che il sensibile
possa crearsi da corpi sensibili (1)
che son soliti poi, a loro volta,
avere il senso grazie ad altri corpi
ugualmente sensibili, riducono
gli atomi a cose mortali, facendoli
molli. Infatti ogni senso è collegato
905 alle viscere, ai nervi ed alle vene,
organi che vediamo essere molli
e di sostanza mortale. Sia pure
che abbiano eterna durata; ma allora
o hanno il senso di un singolo membro
o vanno ritenuti in tutto simili
ad un intero essere vivente.
910 Ma non possono, certo, avere senso
come parti staccate, dal momento
che ogni sensazione delle membra
riguarda noi come intero; (2) una mano
o qualsivoglia altra parte del corpo
non può, staccata, mantenere il senso.
Resta che siano simili a degli esseri
915 viventi interi. E però in questo caso
è necessario che sentano proprio
come sentiamo noi, in modo tale
che il loro senso vitale sia in tutto
uguale al nostro. Ma come potranno
esser detti principi delle cose
e sfuggire ai sentieri della morte
se sono esseri viventi e questi
sono sempre tutt’uno con la morte?
920 Del resto se anche ciò fosse possibile
pure il loro aggregarsi ed incontrarsi 
non produrrebbe altro che una turba,
un’accozzaglia di esseri viventi,
proprio come mettendo insieme uomini
e armenti e fiere non si ottiene alcuna
nuova creatura. E se poi abbandonano
925 nel corpo il loro senso, ricevendone 
uno diverso, che bisogno c’è 
che venga loro attribuito quello
che gli viene poi tolto? E inoltre, come
ho detto in precedenza, se vediamo 
le uova degli uccelli trasformarsi 
in pulcini e vermetti brulicare
dalla terra marcita dalle piogge,
930 è lecito anche pensare che possa
nascere il senso da ciò che ne è privo.
Se poi qualcuno dicesse che il senso
può nascere comunque da elementi 
privi di senso per trasformazione 
o venendo alla luce con qualcosa
di simile ad un parto, basterà 
charirgli e dimostrargli quanto segue:
935 nessun parto è possibile se prima
non c’è un'unione e nulla può mutarsi
senza un’aggregazione. In primo luogo 
nel corpo non può essere alcun senso
se un essere vivente non ha prima
assunto interamente la sua forma;
ed è chiaro perché: la sua materia 
940 si trova sparsa nell’aria, nei fiumi,
nella terra ed in quello che la terra
ha creato e non si è ancora unita
ad accordare i moti della vita
dai quali accesi i sensi onniveggenti 
salvaguardano ogni essere vivente.
Del resto un colpo più forte di quanto
945 riesca a sopportare in un istante
abbatte ogni vivente e ne sconvolge
ogni senso dell’anima e del corpo.
È infatti infranto l’ordine degli atomi
e sono ostacolati gli interiori
movimenti vitali, fino a quando
950 la materia, agitata in ogni membro,
scioglie dal corpo i legami vitali
dell’anima e la getta via, dispersa,
da tutti i pori. E del resto cos’altro
pensiamo possa fare un colpo inferto
in questo modo se non fracassare 
e distruggere ciò su cui si abbatte?
Ma pure accade che su un colpo meno
955 violento i moti vitali residui
spesso riescano a vincere; a vincere (3)
ed a sedare gli ingenti tumulti
provocati dall’urto, a richiamare
ogni parte al suo posto, sbaragliare
la morte ormai sul punto di travolgere
il corpo intero e riattivare i sensi
960 quasi spenti. Altrimenti in quale modo
potrebbero, già quasi sulla soglia
della morte, riaversi e ritornare§
alla vita invece di seguire
fino in fondo il processo distruttivo
e svanire? Inoltre, dal momento
che quando gli elementi materiali
del nostro corpo vengono turbati
nelle membra, nel vivo delle viscere,
965 da qualche forza e s’agitano fin dentro
le loro sedi proviamo dolore,
mentre proviamo piacere allorquando
tornano al loro posto, si comprende
che gli atomi non possono patire
dolore né avere piacere per sé
non essendo composti in questo modo
970 da principi ulteriori, che spostandosi
causino loro dolore o che arrechino
il frutto del piacere che ristora.
Bisogna dunque che siano insensibili.
Se infine perché gli esseri animati
d’ogni genere possano sentire
occorre attribuire il senso pure
agli atomi da cui sono formati
975 che ne sarà di quelli appartenenti
al nostro genere umano? Di certo (4)
sghignazzeranno, tremando dal ridere,
e piangeranno, bagnando di lacrime
le guance e il viso e sapranno tenere
lunghi discorsi su come le cose
si mescolano e ancora indagheranno
sugli elementi primi che li formano;
980 essendo infatti simili del tutto
ai mortali, risulteranno anch’essi
composti da principi e a loro volta
questi da altri ancora e mai oserai
arrestarti perché ti incalzerò:
se dirai che una cosa parla o ride
o conosce ti obietterò che allora
sarà costituita da elementi
che fanno a loro volta queste cose 
985 Se comprendiamo che questo è un delirio,
una cosa da pazzi e che è possibile
che uno rida anche se i suoi atomi
non ridono e conoscere e spiegare
le cose con dottrina senza ch’essi
siano dotati di eloquio e sapienza,
perché mai non dovrebbero gli esseri
che ci appaiono in grado di sentire
990 non essere formati da un insieme
di semi privi di qualsiasi senso?

 

(1) Dopo il verso 903 W. Christ individua una lacuna. Seguo Munro, che propone di colmarla con il verso: Ipsos sensibili bus, mortalità semina reddunt.
(2) Qui leggo: namque ad nos sensus membrorum respicit omnis. Deufert ha: namque alios
(3) 
Epanalessi.
(4) Torna qui l’immagine del versi 919-920 del Libro I.