L'universo è illimitato
_libro primo/951-1051
Ho insegnato che gli atomi che formano
la materia volteggiano in eterno
e attraversano i secoli, invincibili.
Consideriamo adesso se l'insieme
degli atomi abbia fine oppure no.
E dal momento che abbiamo scoperto
che esiste il vuoto, che sia luogo o spazio,
in cui tutte le cose si sviluppano,
scrutiamo pure se esso abbia una fine
o s'apra immenso, vasto e senza fondo.
Tutto quello che esiste è senza fine
in ogni direzione; non ha infatti
alcuna estremità. Né vi può essere 960
senza un limite esterno, oltre il quale
i nostri sensi non possano andare.
Poiché dobbiamo ammettere che fuori
dal tutto non c'è niente, non esiste
un punto in cui finisce: non c'è dunque
un limite o confine. E non importa
dove tu sia: intorno a te avrai
sempre da ogni parte l'infinito.
Poniamo che lo spazio sia finito.
Se qualcuno corresse fino al limite
di un tale mondo e scagliasse una freccia 970
credi che questa, lanciata con forza,
andrebbe dritta, sempre più lontano,
o sarebbe frenata da qualcosa?
Devi scegliere l'una o l'altra ipotesi
ma sono entrambe strade senza uscita
e spingono ad ammettere che il tutto
si estende senza fine. Che qualcosa
la trattenga e ne limiti il tragitto
impedendo che giunga al suo bersaglio
o che voli al di fuori senza freno
fa poca differenza: in ogni caso
il punto di partenza della freccia
non è l'estremo limite del tutto.
T'incalzerò, ed ovunque tu porrai 980
questo limite estremo, chiederò:
"E che ne è della freccia?". In nessun luogo
si potrà collocare un tale limite
e sempre vi saranno vie di fuga.
Se inoltre l'universo avesse fine
e fosse limitato da confini
sarebbe già finita verso il basso,
spinta dal peso, tutta la materia
e nulla apparirebbe in cielo, ed anzi
non vi sarebbero affatto né il cielo
né il sole luminoso: la materia
sarebbe tutta accumulata in fondo, 990
posata lì da tempo immemorabile.
Nessuna quiete invece è data agli atomi
nessun fondo in cui possano adagiarsi.
Tutte le cose sono sempre in moto
in ogni direzione e anche dal basso
giunge in eterno un flusso di materia.
Vediamo sempre cose limitate
l'una dall'altra: l'aria attornia i colli
e i monti chiudono l'aria, la terra
circonda il mare e nel mare finisce, 1000
ma il tutto non ha alcun limite esterno.
Tale è dunque l'abisso dello spazio
che il bagliore dei fulmini nemmeno
volando per un tempo senza fine
perverrebbe al suo fondo o accorcerebbe
le distanze da esso: l'universo
si estende dappertutto senza limiti.
La natura fa in modo poi che il tutto
non possa porre un confine a sé stesso:
limita i corpi con il vuoto e il vuoto 1010
con i corpi e alternandoli così
rende infinito l'universo intero.
Se non si limitassero a vicenda
i corpi e il vuoto, ognuno di per sé,
si aprirebbero senza alcun confine
né il mare né la terra né gli spazi
luminosi del cielo né gli umani
né i sacri corpi degli dei potrebbero
resistere soltanto per un'ora:
non più tenuta insieme la materia
si spargerebbe per il grande vuoto
o, per dir meglio, non creerebbe nulla, 1020
per l'incapacità di concretarsi.
E certo non c'è qualche decisione
o un piano intelligente nel disporsi
degli atomi né è stato stabilito
dal principio il moto di ciascuno;
invece molti d'essi in molti modi
muovendosi nel tutto per un tempo
infinito si sono urtati e scossi
facendo prova d'ogni movimento
e commistione finché sono giunti
a unirsi in modo da creare il tutto;
poi trovato l'incastro conveniente
è stato mantenuto per eoni, 1030
e ora fa sì che con le onde impetuose
dei fiumi s'alimenti l'insaziabile
bocca del mare e la terra, scaldata
dal vapore solare, sia feconda
e animali vi sorgano di specie
diverse e i fuochi delle stelle vadano
per il cielo. Ma tutto ciò è possibile
solo perché dall'infinito giunge
nuova materia a colmare all'istante
ogni perdita. Come gli animali
muoiono e il loro corpo si disgrega
in mancanza di cibo, così tutto
è destinato alla morte se manca
l'afflusso sempre nuovo di materia, 1040
deviata in qualche modo dal suo corso.
Né gli urti dall'esterno, provenienti
da ogni direzione sono in grado
di conservare l'insieme del mondo
qualunque sia la sua conformazione.
Possono battere fitti e tenere
ferma una parte finché giunge altra
materia a completare quel che manca;
certe volte però sono costretti
a rimbalzare offrendo agli elementi
lo spazio e il tempo per fuggire via
liberi da ogni vincolo. Per questo
è necessario che sempre ne accorrano
di nuovi ed affinché gli stessi colpi
siano bastanti occorre una materia 1050
che da tutte le parti sia infinita.